Avete presente quando interiorizzate le emozioni, sensazioni e sentimenti così tanto da poterle sentire proprio con la pancia? Molti non sanno che nella pancia c’è un secondo cervello, quasi una copia di quello che abbiamo nella testa e che non serve solo alla digestione. Come il cervello della testa anche quello addominale produce sostanze psicoattive che influenzano gli stati d’animo, come la serotonina, la dopamina ma anche oppiacei antidolorifici e persino benzodiazepine.
In pratica, l’intestino si comporta come un secondo cervello (cervello addominale) in grado di mandare segnali di stress in modo autonomo, condizionando la produzione dell’ormone del benessere, rilasciato proprio da quest’organo. Le discussioni in famiglia, la rabbia e le tensioni sul lavoro si accumulano proprio sull’addome, laddove, quando sei preoccupata, è subito possibile sentire lo stomaco che ‘tira’ o la pancia che si gonfia come un palloncino.
Il cervello addominale sarebbe addirittura dotato di memoria che per fissare i ricordi usa le stesse molecole del cervello della testa: gli stress del passato si stampigliano così nel cervello e nell’addome, rendendo l’asse tra questi due centri ipersensibile per tutta la vita. E questo spiega perché i bambini che soffrono di coliche nell’infanzia hanno in genere un rischio maggiore di diventare adulti sofferenti per il colon irritabile.
Lo stress che gonfia!
Secondo la medicina cinese, la pancia gonfia indica un accumulo di ansia che non riesce ad essere scaricata in altro modo e, quindi, viene interiorizzata e accumulata internamente. Il respiro affannoso, proprio di chi vive in modo particolarmente agitato, contribuisce a far ingerire molta aria che, non potendo essere espulsa da naso e bocca, resta intrappolata nell’intestino.
Matrice psicosomatica nei disturbi intestinali
Pancia gonfia, dispepsia, meteorismo, colon irritabile possono avere un’origine psicosomatica. Sempre più persone soffrono di disturbi di stomaco e intestino.
Tra i sintomi che più comunemente vengono riferiti al proprio medico ci sono:
- stitichezza e diarrea
- dolori addominali di tipo crampiforme
- pancia e stomaco gonfi
- meteorismo e flatulenza
- digestione lenta
- nausea
A questi disturbi si risponde con indagini diagnostiche che comprendono esami e test per scoprire le cause fisiche che li originano, ad esempio:
- eventuali allergie e intolleranze alimentari
- presenza di ulcere e infiammazioni della mucosa gastroduodenale
- calcoli biliari
- diverticoli o polipi intestinali e via discorrendo
Sono tantissime le malattie che provocano disturbi all’apparato gastrointestinale, ma non sempre dietro un addome costantemente gonfio e affaticato c’è una patologia. Certo, questi mal di pancia emotivi non sono gravi, non sono patologici ma… possono sempre diventarlo se non si affrontano le cause psicologiche che ne sono all’origine.
Correlazione tra stato emotivo e disturbi digestivi e intestinali
Ma come è possibile che una stitichezza ostinata, uno stomaco gonfio e dolorante che fatica a digerire anche il pasto più leggero possano essere conseguenza di uno stato emotivo alterato?
La serotonina è proprio l’ormone che regola gli stati d’animo e le loro mutazioni, e le informazioni in esso presenti, vengono inviate direttamente al sistema limbico del cervello, che ha il compito di rielaborale. Quando le emozioni hanno un tratto negativo, e sono associate a stati di tensione e di ansia o di paura, allora il cervello invia all’intestino “l’ordine” di rilasciare altra serotonina per gestire il surplus emotivo ma questo ha delle conseguenze sulla funzionalità dell’apparato digestivo.
Cosa succede?
Ciò che accade è che la muscolatura addominale si contrae provocando gonfiore, diarrea o stitichezza, crampi, senso di tensione, spasmi. Ma non è finita qui, infatti la tensione emotiva, lo stress, inducono una iper-secrezione di acido cloridrico da parte dello stomaco, cosa che può alla lunga provocare infiammazione delle mucose e quindi bruciori, gastrite, persino ulcere.
La muscolatura addominale contratta nella zona diaframmatica (cosa di cui ci accorgiamo quando tendiamo, senza renderci contro, a stare in apnea anziché respirare profondamente “di pancia”), rallenta, infine, la digestione e crea la classica dispepsia.
E’ dunque molto importante, una volta che gli esami clinici e i test allergologici abbiano escluso un’origine patologica dei nostri disturbi gastrointestinali, cercare di lavorare sul nostro stato psicologico, abbassando i livelli di stress e trovando delle valvole di sfogo.
Le emozioni negative possono farci ammalare, ricordiamocelo! (psicoadvisor.com)