Il secondo nome della curcuma è Zafferano delle Indie. La polvere ricavata dalla radice della curcuma ricorda infatti, per il suo giallo-arancio intenso, l’altra spezia.
Originaria dell’area sudorientale dell’Asia: oggi è largamente diffusa in tutte le regioni tropicali, anche se l’India rimane il principale produttore; il primato dell’importazione spetta invece agli Stati Uniti.
Nel mondo si osservano usi molto diversi: spesso anche con importanti implicazioni religiose. In fatto di curcuma sicuramente l’India non solo è il primo produttore, ma è anche il principale consumatore.
Una radice dal cuore d’oro
La curcuma è una pianta erbacea perenne molto robusta, che può raggiungere il metro di altezza. La foglie sono molto grandi e dalla forma allungata, ricordano quelle del giglio; i fiori sono disposti a spiga e hanno colori brillanti. La radice, o rizoma, è rivestita da una buccia ruvida marrone chiaro, mentre l’interno è di un arancio acceso: dal corpo principale sporgono numerose protuberanze, è proprio da queste ultime che si ricava la spezia più pregiata.
Curioso il fatto che la radice con le sue protuberanze abbia la forma delle dita della mano, infatti commercialmente essa viene comunemente chiamata in lingua inglese “turmeric fingers” (ovvero dita di curcuma).
Esistono 54 specie della pianta: la più diffusa è la curcuma longa, proveniente dall’India.
Originaria dell’Asia sudorientale, la curcuma oggi è coltivata in tutte le regioni tropicali, dal momento che si sviluppa con facilità in climi umidi e molto caldi. Giunta in Europa tramite l’India, principale produttore, e l’Arabia, si è poi diffusa in tutto il mondo fino ad arrivare negli Stati Uniti, che oggi sono i maggiori importatori.
In commercio si trova quasi esclusivamente in polvere, proprio come nella Serie Oro Cannamela.
In cucina
La curcuma ha un lieve sapore pungente e leggermente amaro, quasi muschiato; l’odore ricorda il pepe, l’arancia e lo zenzero.
È elemento essenziale del curry indiano, oltre che di molte specialità dell’Asia meridionale. In India è molto usata nei piatti vegetariani, in particolare per insaporire lenticchie e fagioli.
Dal colore simile allo zafferano ma dal sapore meno intenso, la curcuma è spesso impiegata come ingrediente nella senape, ma anche nei dolci, formaggi e gelati, proprio per il suo naturale colore giallo dorato.
Proprietà benefiche e curative
La curcuma ha moltissime proprietà curative e benefiche. Le più conosciute sono quelle antiossidanti ed antinfiammatorie ma ha anche proprietà coleretiche e colagoghe, immunostimolanti e eupeptiche. Le proprietà antisettiche della curcuma sono conosciute oltre che dalla medicina ayurvedica (la tradizionale medicina indiana) anche dalla medicina cinese.
Recenti studi di medicina moderna hanno inoltre rivelato le proprietà antitumorali della curcuma, la presenza di curcumino aiuterebbe nel trattamento farmacologico delle cellule tumorali resistenti alle normali terapie (Dr. Karen Knudsen).
Le proprietà benefiche della curcuma aiutano nel trattamento di disturbi intestinali come il meteorismo, il colon irritabile e la dispepsia intestinale. La curcuma aiuta anche a combattere il diabete di tipo 2, altra malattia molto diffusa in Occidente ed il morbo di Alzheimer, per cui le proprietà antiossidanti e gli effetti benefici della curcumina contribuiscono a combattere ed a rallentare l’azione neurodegenerativa.
Oltre a regolarizzare la circolazione sanguigna e l’apparato digerente, la curcumina attiva un gene fondamentale del sistema immunitario, aiutando a prevenire le infezioni: il gene in questione codifica per la proteina CAMP (cathelicidin antimicrobial peptide), l’unica molecola prodotta dall’organismo umano in grado di uccidere un’ampia gamma di batteri, arrivando a proteggere dalla tubercolosi e dalla setticemia.
Secondo uno studio condotto dagli psicologi della The City University di New York la curcumina potrebbe infine essere utilizzata per il trattamento di alcuni disturbi quali ansia e depressione. Il segreto risiederebbe nella capacità da parte della sostanza di impedire ai “brutti ricordi” di passare dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, evitando il consolidarsi di un ricordo doloroso o associato a situazioni di panico. Ulteriori studi saranno tuttavia necessari, spiegano i ricercatori, per individuare i processi attraverso cui questo accade e il perché non influisca anche sui ricordi piacevoli.
Curiosità
Con queste parole Marco Polo descrive la curcuma non appena la scopre: «Un frutto che assomiglia allo zafferano; benché non sia alcunché di tale sorta, alla guisa pratica esso è interessante quanto lo zafferano». Forse proprio a partire dall’osservazione del navigatore veneziano, in Occidente la curcuma è stata oggetto di fortune commerciali, soprattutto perché era usata per le sue proprietà coloranti.
La curcuma è inoltre utilizzata in alcuni riti hindu (in quanto il colore giallo simboleggia il sole) e in piatti rituali propiziatori in alcune zone dell’Indonesia. (cannamela.it; greenstyle.it)