Il terzo chakra, Manipura, è chiamato anche il centro del comando. È in questo centro di elaborazione energetica che l’essere umano può trovare la forza, la determinazione e la volontà per affermare le proprie scelte rispetto al mondo che lo circonda: un forte terzo chakra gli fornisce la possibilità di sostenere tutte le sfide che ogni giorno presenta.
Qui ha la sede la nostra volontà, la nostra determinazione, la capacità di non mollare un obiettivo e di perseguirlo fintanto che non lo abbiamo raggiunto.
Il primo chakra ci fornisce la radice, ci radica alla terra; nel secondo chakra ci avventuriamo in un importante movimento di scoperta sensoriale ed emozionale del mondo e dell’altro; con il terzo chakra impariamo a usare il nostro potere, scegliendo e dando una direzione alla nostra vita concretamente, in allineamento a quello che desideriamo per noi.
“Io voglio, io posso” è l’affermazione di questo chakra.
Il suo è un potere radioso, splendente come quello del sole. Infatti il nome sanscrito Manipura significa “la città della gemma rilucente”, o “città rilucente”: mani significa “gemma grezza” e pura vuol dire “città”.
L’elemento che richiama e che è ad esso collegato è il fuoco e il colore ad esso associato è il giallo, colore che possiamo vedere come l’apice di una fiamma, alla cui base c’è il colore rosso del primo chakra, a salire l’arancione del secondo e di cui il terzo è la scintilla dell’entusiasmo che conduce all’azione.
La sua collocazione, all’interno dell’anatomia energetica, ma anche fisica, è due dita circa sotto l’ombelico, comprendendo anche tutta la zona del plesso solare con gli organi digestivi annessi. Manipura controlla, infatti, totalmente il potere di digerire e trasformare non solo gli elementi concreti come il cibo, ma anche, a livello sottile, la nostra vita, e così sostiene e alimenta un processo continuo di rinascita e cambiamento.
Il terzo chakra è rappresentato da un fiore di loto che ha dieci petali gialli in cui sono scritte dieci lettere.
Questi petali rappresentano le dieci nadi che danno origine a questo chakra. Al centro del fiore c’è un triangolo rosso simbolo del fuoco con la sillaba RAM e un ariete, animale messaggero del signore del fuoco o Agni.
Il “centro dell’ombelico”: la sua importanza per la salute e lo sviluppo interiore
Il terzo chakra viene a volte chiamato “il centro dell’ombelico”. Questo nome indica come all’interno della tecnologia dello yoga Manipura sia un centro energetico molto importante. È importante per l’accumulo di energia: quando siamo nella pancia di nostra madre assorbiamo tutti i nutrimenti che ci servono per vivere proprio dal cordone ombelicale e, una volta separati da essa con il suo taglio, a livello sottile l’ombelico continua ad assorbire nutrimento dalla madre cosmica.
È importante anche come centro di diffusione, perché è proprio da qui si diramano le migliaia di canali energetici chiamati nadi, che servono a trasportare l’energia cosmica (o prana) ovunque nel corpo energetico.
Quindi potremmo affermare che l’ombelico controlla la salute pranica-energetica del nostro sistema, ed è proprio da questo bacino pranico che nasce un impulso verso il primo chakra che risveglia la kundalini: nell’incontro delle due forze energetiche di base il polo positivo Prana e quello negativo Apana che qui si fondono, si origina un cosiddetto “fuoco freddo” che va in giù fino al primo chakra e stimola il risveglio dell’energia kundalini.
La vista è l’organo di senso governato da Manipura: c’è infatti un diretto collegamento tra fegato e occhi come appartenenti ad un sistema comune, considerato ad esempio nella medicina tradizionale cinese. Ma anche la medicina occidentale riconosce un collegamento tra le patologie epatiche e l’occhio (vedi ad esempio l’occhio giallo dell’ittero, o l’occhio arrossato dei malati di cirrosi epatica).
Il fuoco della rabbia e l’ego
L’emozione più potente ad esso collegata è la rabbia.
Quando non vi è equilibrio nel terzo chakra, non ascoltiamo i nostri impulsi verso ciò che ci dà piacere e che ci interessa: possiamo vivere in uno stato di insoddisfazione e rabbia perenni, come se ci fosse un “fuoco” che ci consuma e che ci può condurre alla disperazione. Oppure siamo concentrati su noi stessi, calpestiamo e comandiamo gli altri senza prestar loro ascolto: in questo chakra, se non armonico, c’è la possibilità di nutrire un Ego smisurato, che ci impedisce di far salire l’energia verso il chakra del cuore, tenendoci prigionieri della parte più materiale di noi stessi.
Il chakra del guerriero spirituale
Quando una persona ha acquisito un terzo chakra forte, sa come iniziare e finire e completare un’azione. Per questo in alcune scuole di yoga questo chakra viene associato all’archetipo del guerriero spirituale come colui che è capace di conoscere la propria missione e creare l’energia per metterla in atto e portarla a compimento, colui che può vivere con impegno e coinvolgimento, obbedendo alla consapevolezza più elevata e comandando alla sua mente e ai sensi. (leviedeldharma.it)