Costruire una società sana

società sana
La seguente conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e alcuni membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità delle Nazioni Unite ebbe luogo a Ginevra il 6 Giugno del 1974.

Membro dell’OMS: C’è qualcosa che non accetto e poiché sono indiano, la questione mi provoca molto, molto spesso un senso di disagio. Concordo sulla maggior parte di quanto dici sul ritorno a uno stile di vita più semplice e più naturale, e sul fatto che possiamo provare appagamento solo nella nostra dimensione spirituale. Non ho dubbi a questo riguardo, non sono quello che tu definiresti un “indiano occidentalizzato”.

Ciò che mi riesce difficile accettare è che pur possedendo la conoscenza spirituale e l’orientamento della nostra tradizione culturale, che come hai appena detto costituiscono la soluzione a tutti i nostri problemi, noi indiani non siamo stati capaci di tenere la nostra società al riparo dai tanti mali che oggi affliggono il mondo. Non mi riferisco solo alla povertà, ma anche alla disoccupazione, alla fame e a tante altre piaghe sociali.

Srila Prabhupada: No, non dipende dal nostro orientamento, ma dai leader che non lo seguono. La responsabilità è della classe dirigente.

Membro dell’OMS: Eppure appartengono al nostro popolo.

Srila Prabhupada: Possono anche appartenere al nostro popolo. Possono essere addirittura nostro padre. Prahlada Maharaja era un devoto del Signore, nondimeno suo padre era Hiranyakasipu, un vero demone. Quindi che cosa possiamo fare? La gran parte della gente è buona, ma vediamo che spesso è governata da demoni atei.

Membro dell’OMS: Sì, Hiranyakasipu doveva essere distrutto.

Srila Prabhupada: Infatti fu distrutto. Per la misericordia divina fu annientato. E lo saranno anche tutti i moderni leader demoniaci. Non dureranno in eterno, ma ogni cosa richiede il suo tempo. Al momento i nostri leader non sono illuminati, sono ciechi, non hanno alcuna conoscenza e nonostante questo ci guidano. Andha yathandhair upaniyamanas: il cieco guida un altro cieco e finiscono entrambi nel fosso. Hanno eliminato la cultura spirituale, di cui il mondo godeva in origine, senza fornire alcuna valida alternativa.

Membro dell’OMS: Il tuo Movimento si sta occupando attivamente dell’assetto sociale?

Srila Prabhupada: Sì. E’ un Movimento estremamente pratico. Per esempio, raccomandiamo di non mangiare la carne, ma ai capi questo non piace. Non siamo favorevoli alla loro propaganda, quindi non ci vedono di buon occhio. Come potrebbe essere altrimenti, visto che hanno permesso l’apertura di macelli e macellerie ovunque, mentre noi diciamo a tutti di non mangiare la carne? “Dove l’ignoranza è gioia, essere saggi è una pazzia.” Ma noi lottiamo ugualmente.

Anche l’alternativa che proponiamo è pratica. I villaggi rurali basati sulla coscienza di Dio hanno molto successo, coloro che vi abitano trascorrono una vita prospera e felice. La natura generosa fornisce frutta, verdura e cereali, e le mucche forniscono il latte da cui si ricavano yogurt, formaggio, burro e panna. Con tutti questi ingredienti si possono preparare centinaia e migliaia di piatti deliziosi e si è pienamente soddisfatti, quindi è questo il principio fondamentale.

Membro dell’OMS: Ed è l’esempio di un’iniziativa di successo, ma potresti parlare anche di qualcosa che non è ancora stato sperimentato?

Srila Prabhupada: La “novità” è che le persone coscienti di Dio residenti in questi villaggi rurali non devono spostarsi per avere il pane quotidiano. Questa è una novità per l’uomo moderno. Oggi la maggior parte della gente deve percorrere distanze più o meno lunghe per recarsi in fabbrica o in ufficio. Mi è accaduto di essere a Bombay mentre c’era uno sciopero delle ferrovie. Oh! La gente era in grave difficoltà. Per prendere un treno faceva la coda fin dalle cinque del mattino. Ovviamente, dato lo sciopero pochissimi treni funzionavano e questo causava problemi a tutti.

Se uno o due treni erano in servizio, le persone si ammassavano nelle carrozze pigiandosi l’una contro l’altra. Salivano perfino sul tetto del treno. Naturalmente, nei Paesi industrialmente più avanzati si va in fabbrica o in ufficio con la macchina, rischiando di rimanere uccisi in un incidente stradale. Dunque, la domanda è: perché si dev’essere obbligati a percorrere così tanti chilometri solo per guadagnarsi da vivere? E’ una pessimo modello di civiltà; il cibo dev’essere disponibile a livello locale. Questa è civiltà.

Membro dell’OMS: Comprendo che il tuo scopo è l’autosufficienza per quanto riguarda il cibo. Ma se tutti sono impegnati a produrre il cibo, chi provvederà al resto?

Srila Prabhupada: Noi non diciamo che tutti devono occuparsi della produzione del cibo. Secondo la Bhagavad-gita, alcuni sono naturalmente inclini a produrre il cibo, alcuni a dare guida spirituale e altri a governare, come leader o come re. C’è poi chi sa fare l’operaio e assiste col suo lavoro la produzione del cibo, la diffusione della conoscenza spirituale e l’amministrazione del governo. Queste quattro categorie esistono in qualsiasi società e dovrebbero cooperare per il bene spirituale di tutti.

(bbtitalia.com)

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