L’Ayurveda: curare il corpo e la mente

dosha

Spesso si sente parlare di Ayurveda in modo riduttivo ad indicare prescrizioni di preparati a base di erbe e sostanze naturali, massaggi, varie terapie di purificazione e rilassamento abbinate alla cosmesi; in effetti invece si tratta di una scienza medica antica che si può considerare “complementare” alla medicina occidentale.
Mentre la medicina occidentale infatti si concentra sulle manifestazioni della malattia con una forte specializzazione, l’Ayurveda insegna che tutte le malattie colpiscono sia il corpo che la mente e che questi due aspetti non devono mai essere curati separatamente.

Accanto ad una visione olistica, che potrebbe apparire discutibile per una mentalità occidentale, l’Ayurveda raccomanda un approccio globale, che include psicologia, genetica, sessualità, alimentazione e relazioni, proponendo cioè un modello di salute legato allo “stile di vita”, modello sempre di più considerato dalla medicina occidentale come una moderna soluzione “sociale” alla salute pubblica.

“L’equilibrio dei fattori che compongono gli esseri viventi genera la salute mentre il loro squilibrio è conosciuto come malattia. La salute è definita felicità, la malattia infelicità”.
Charaka Samhita, Sutrasthana IX, 4

Il concetto di salute in Ayurveda viene espresso con la parola swastha che significa letteralmente stabilizzato (stha) nel Sé (swa) e si riferisce alla condizione ideale e suprema dell’esistenza in cui la salute fisica e mentale è accompagnata da chiarezza dell’intelletto e piena espressione dell’intelligenza individuale. In questo stato l’essere umano diventa consapevole di sé, si rende conto che la coscienza (atma) è distinta e separata dal corpo e dalla mente, che la vecchiaia, le malattie e i problemi della vita appartengono alla sfera mentale e fisica, mentre la coscienza non è toccata da alcuna alterazione avendo una natura autosufficiente, autoreferente e immortale.

L’Ayurveda è la scienza della vita che offre gli strumenti per ottenere la condizione in cui si mantiene la consapevolezza del Sé nello stato di realizzazione chiamato in sanscrito moksha o liberazione, liberazione dall’ignoranza, liberazione dai vincoli e limitazioni spazio-temporali dati dalla materia.
Se questa è la meta, bisogna però partire da dove ci si trova e il punto da cui si parte potrebbe essere per alcuni molto lontano, per altri più vicino alla meta. Comunque sia, tutti hanno come diritto di nascita la possibilità di arrivare al traguardo; l’Ayurveda fornisce la conoscenza e indica i metodi per compiere con successo il percorso della vita, qualunque esso sia. Fra gli scopi principali dell’Ayurveda si trova il mantenimento della salute e la cura delle malattie.


L’equilibrio dei dosha, causa della salute

Come descritto mirabilmente nei versi di Sushruta: “Chi ha i dosha in equilibrio, la digestione e i processi metabolici equilibrati, normali funzioni dei tessuti corporei e degli escreti, i sensi, la mente e la coscienza permeati di purezza, è chiamata persona sana (swastha)”.
La causa della salute è quindi l’equilibrio dei dosha che a sua volta dipende dall’uso equilibrato di:
• tempo (kala);
• contatto dei sensi con i loro oggetti (artha);
• azione (karma).
In pratica bisogna evitare di fare un uso eccessivo, carente o improprio di tempo, sensi e azione favorendo un uso equilibrato degli stessi e applicare il samayoga cioè unione (yoga) equilibrata (sama); questi fattori rappresentano nell’insieme la regola d’oro per mantenere la salute.

Mantenere l’equilibrio dei dosha significa mantenere l’equilibrio degli elementi che costituiscono il corpo (aria, fuoco, acqua, ecc.) rimanendo nella propria costituzione originale chiamata prakriti. La conoscenza della prakriti personale è un elemento fondamentale per poter scegliere la dieta, lo stile di vita e le attività adatte alla propria natura.


I tre pilastri della salute: cibo, sonno, vita sessuale regolata

I tre dosha con le loro funzioni di movimento (vata), metabolismo (pitta) e coesione (kapha) sono i tre pilastri (tri-stambha) su cui si regge il corpo. A questi tre pilastri se ne aggiungono altri tre con un ruolo sussidiario altrettanto importante nel mantenimento della salute, chiamati tri-upastambha o tre pilastri accessori. Essi sono:
• cibo (ahara);
• sonno (nidra);
• vita sessuale regolata (brahmacharya).


Cibo

Il cibo è un fattore importante quanto le medicine. Molte malattie sono infatti causate da una alimentazione non adatta e la semplice correzione di una dieta impropria può curare disturbi e malattie importanti.

Nei testi dell’Ayurveda si trovano ampie descrizioni di ogni cibo animale, vegetale o minerale, non si fanno distinzioni etiche o morali, non viene detto se un cibo è di per sé buono o cattivo, da preferire o da evitare, ma si considera ogni materia edibile secondo la natura e l’effetto sul corpo e sulla mente, lasciando a ogni individuo il compito di capire quale è il cibo adatto nei vari momenti e condizioni dell’esistenza.

Per conservare la salute bisognerebbe avere abitudini alimentari naturali, mangiare regolarmente secondo la forza della digestione, scegliere il cibo adatto alla costituzione in modo che nutra i tessuti corporei senza alterare il loro equilibrio.

Durante il processo di digestione e metabolizzazione il cibo viene diviso in tre parti: la parte di scarto che viene espulsa attraverso i canali escretori, la parte nutriente che viene metabolizzata formando i tessuti corporei e la parte più sottile che nutre la mente.

Per nutrirsi in maniera appropriata ci sono alcune cose da tenere in considerazione:
– il cibo deve essere fresco, cotto e mangiato quando è ancora caldo;
– non si dovrebbe mangiare né troppo né troppo poco;
– dovrebbero passare almeno 4-6 ore fra i pasti principali;
– gli ingredienti usati nelle preparazioni non dovrebbero essere in contrasto tra di loro;
– mangiare in un’atmosfera tranquilla, in posizione seduta e con piena concentrazione;
– il cibo non dovrebbe essere riscaldato o riciclato;
– mantenere la pulizia del cibo, della cucina e della sala da pranzo;
– chi cucina deve curare la pulizia personale e avere pensieri positivi;
– evitare o limitare i cibi pesanti, fritti, vecchi, la pasticceria e i fast food.

Con questi accorgimenti il cibo non graverà sulla digestione e verrà assimilato facilmente evitando la formazione di ama, le tossine dovute al ristagno della parte di cibo non completamente digerito che sono la causa di disturbi e malattie.

La quantità e la qualità del cibo è, secondo l’Ayurveda, il fondamento della buona salute. Nei testi classici si trovano lunghe e dettagliate descrizioni riguardo la natura, le caratteristiche e l’effetto dei cibi classificati in dodici diverse categorie (cereali, verdure, frutta, carni, latte e latticini, bevande alcoliche, dolcificanti, condimenti, ecc.), sono descritti i metodi di preparazione, l’utilizzo, i recipienti e gli utensili, l’organizzazione della cucina e della sala da pranzo, la sequenza delle portate, le qualità e l’atteggiamento degli addetti alla preparazione del cibo, le attività post prandiali.

Vengono elencate dieci regole per l’uso del cibo: il cibo deve essere caldo, untuoso, nella giusta quantità, consumato quando il pasto precedente è stato digerito, i cibi assunti in un pasto non devono avere potenza (virya) antagonista, mangiare il luogo appropriato e con tutti gli accessori, non mangiare troppo velocemente, troppo lentamente, mangiare con concentrazione e con consapevolezza delle proprie esigenze.

Una delle cose più importanti è la quantità del cibo. Secondo Charaka lo stomaco dovrebbe essere diviso in tre parti uguali, una parte riempita con cibi solidi, una parte con cibi liquidi e acqua, la terza parte deve rimanere vuota per favorire il movimento necessario ai processi digestivi.

Un altro fattore importante per decidere la quantità del cibo è la forza della digestione, diversa da persona a persona, è influenzata da vari fattori come la stagione, il momento della giornata, l’età e lo stato di salute. La regola basilare da tenere sempre in considerazione è che qualunque cosa si mangi deve essere digerita completamente evitando la formazione di ama.

Ci sono alcuni sintomi che aiutano a capire quando si è mangiata la giusta quantità di cibo:
– dopo mangiato non si deve avere pesantezza di stomaco;
– non devono comparire disturbi o alterazioni del battito cardiaco;
– non ci devono essere dolori allo stomaco;
– i sensi devono essere soddisfatti;
– si dovrebbe poter camminare, respirare, parlare o ridere senza sforzo;
– dopo mangiato non dovrebbe comparire pigrizia o sonnolenza.

Il cibo va scelto considerando la sua compatibilità con il mantenimento dello stato normale dei tessuti corporei e dei dosha, per tenere lontane le malattie è importante la combinazione armoniosa dei vari ingredienti e la considerazione delle influenze dovute al luogo e al tempo. Sfortunatamente nella società moderna questi concetti sono quasi totalmente assenti, normalmente si mangia perché un cibo soddisfa il gusto e non perché è utile o salutare, nei negozi di alimentari sono disponibili in tutte le stagioni tutti i tipi di frutta e verdura e molte persone hanno dimenticato quando un prodotto alimentare è di stagione quindi più adatto in quel periodo dell’anno.

La sequenza delle portate ha la sua importanza nel favorire la digestione. Idealmente la frutta andrebbe mangiata all’inizio del pasto, seguita da brodo o zuppa, poi i cibi solidi di sapore prevalentemente dolce, acido e salato e alla fine i cibi prevalentemente piccanti, amari e astringenti. Si consiglia anche di finire il pasto con un piatto dolce per soddisfare i sensi e alla fine del pranzo, per chi gradisce, è benefica una bevanda come tisana, caffè o liquore che con il sapore amaro aiuta la digestione, oppure il latticello di burro che tende a equilibrare tutti e tre i dosha.

La persona che prepara il cibo dovrebbe essere in uno stato di purezza fisica, mentale e spirituale perché i pensieri di chi cucina influenzano la qualità del cibo.

Mangiare in luoghi rumorosi, con musica ad alto volume, guardando la televisione, leggendo, muovendosi, ridendo o parlando, le cosiddette “colazioni di lavoro” o ancor peggio quando si è in stati d’animo alterati come la rabbia e l’ansia sono abitudini molto dannose perché squilibrano vata e la digestione. Mentre si mangia bisognerebbe concentrarsi sul cibo, masticare a sufficienza, i pasti andrebbero fatti a orari regolari e dopo mangiato si dovrebbe camminare per almeno cento passi e poi riposare sdraiati sul fianco sinistro per 15-20 minuti.
Tutte queste considerazioni possono sembrare scontate ma hanno un ruolo molto importante nel mantenimento della salute.


Sonno

Quando il corpo e la mente sono esausti, gli organi di moto e di senso si ritraggono dai loro oggetti, allora compare lo stimolo naturale del sonno che, come gli altri dodici stimoli naturali (orinare, defecare, eiaculare, flatulenza, vomitare, starnutire, ruttare, sbadigliare, fame, sete, piangere, ansimare), non va represso o controllato.

Quando avviene in maniera naturale e a causa della natura della notte, il sonno è considerato al pari di un nutrimento per tutti gli esseri viventi. Sono elencate anche altre cause del sonno come quello causato da tamas, la tendenza mentale che porta a pigrizia, indolenza e ozio “il padre di tutti i vizi”, il sonno può essere causato da altri fattori che vanno considerati come patologie: eccesso di kapha che crea pesantezza, sforzo mentale, troppo esercizio fisico, malattie incurabili, infine il sonno può essere una complicazione dovuta a malattia.

Il sonno naturale viene seguendo uno stile di vita salutare, quando non si hanno ossessioni come quella del sesso, quando si è soddisfatti della propria posizione. Bisognerebbe creare un’abitudine costante al sonno notturno addormentandosi per tempo e dormendo il tempo necessario. In caso di irrinunciabili veglie notturne, si dovrebbe dormire durante la mattina successiva per metà del tempo normale del sonno senza assumere cibo.

Gli effetti del sonno di buona qualità sono felicità, nutrimento, forza, fertilità, conoscenza, sostegno alla vita, mentre il sonno al momento sbagliato, l’eccesso di sonno o le veglie prolungate riducono la felicità e la longevità.

Anche se è meglio dormire durante la notte, in alcuni casi il sonno diurno aiuta a mantenere l’equilibrio del corpo, la forza e la salute. Ciò accade quando si è esausti a causa di un duro lavoro fisico o mentale, consumo di bevande alcoliche, eccesso di attività sessuale, terapie evacuative, viaggi per lunghe distanze, veglie notturne, malattie che causano deperimento, disturbi psichici, per gli anziani, i bambini, i deboli ed emaciati, chi ha subito ferite o cadute, chi è sotto l’influenza di emozioni forti come rabbia, tristezza e paura, per chi è abituato a dormire di giorno. In tutti questi casi il sonno diurno è benefico come nella stagione estiva quando le notti sono più corte e il calore fa diminuire i fluidi corporei aumentando vata.

Il sonno diurno nelle stagioni diverse dall’estate è sconsigliato perché altera kapha e pitta e in generale il sonno diurno porta mal di testa, timore, sensazione di freddo, pesantezza del corpo, malessere, perdita dell’appetito e della digestione, edema, anoressia, nausea, rinite, emicrania, eruzioni cutanee, ascessi, prurito, sonnolenza, tosse, disturbi della gola, diminuzione della memoria e dell’intelligenza, ostruzione dei canali, febbre, debolezza degli organi di moto e di senso, aumento degli effetti tossici dell’avvelenamento.

Se vegliare durante la notte causa secchezza nel corpo e aumento di vata, dormire di giorno causa untuosità, pesantezza e aumento di kapha, mentre fare un sonnellino diurno in posizione seduta non crea queste alterazioni.

Nei testi dell’Ayurveda sono descritte le cause dell’insonnia e la sua cura. La perdita dei fluidi corporei a causa di diarrea o vomito, paura, ansia, rabbia, fumo eccessivo, fatica fisica, perdita di sangue, digiuno, insieme al letto scomodo, l’eccessiva lucidità mentale, l’età avanzata, le malattie, specialmente quelle dovute a vata, causano insonnia anche nelle persone normali, bisogna considerare inoltre che alcune persone sono insonni per natura.

Fra i trattamenti per l’insonnia sono consigliati: massaggio con olio, bagno, brodo di carne di animali domestici o di zone umide, riso con yogurt, latte, sostanze untuose, vino, piaceri psichici, odori e suoni piacevoli, applicare oli calmanti agli occhi, alla testa, al viso e ai piedi, letto e casa confortevole, dormire nei momenti appropriati. Tutto questo favorisce il sonno.

L’eccesso di sonno che è altrettanto dannoso, viene trattato con forti sostanze emetiche, collirio, gocce nasali, digiuno, rapporti sessuali, preoccupazione, afflizione, paura, rabbia, tutto ciò riduce kapha. Se questi accorgimenti vengono usati nella giusta misura portano a una diminuzione del sonno eccessivo.


Brahmacharya, vita sessuale regolata

Normalmente la parola brahmacharya viene tradotta con celibato o astinenza dall’attività sessuale, ma questa interpretazione è limitante, il significato letterale della parola è azione (acharya) che porta a Brahma, lo stato supremo della condizione umana.

Fra le varie categorie di costituzione mentale dominate da sattva che è la qualità della chiarezza, Brahma è la più elevata, dotata di purezza, amore per la verità, autocontrollo, capacità di discriminazione, conoscenza materiale e spirituale, capacità di esposizione, memoria, libertà da passione, rabbia, avidità, egoismo, ignoranza, gelosia, sconforto e intolleranza, disposizione favorevole ed equanime per tutte le creature, fede in Dio e nelle scritture, amore per lo studio e la conoscenza, rispetto per i maestri e gli ospiti, pratica delle offerte rituali. In una condizione del genere l’attività sessuale sarà naturalmente equilibrata rispetto a una condizione mentale dominata da rajas o tamas, le qualità della passione e dell’indolenza che portano a desideri eccessivi e ad abitudini sessuali sregolate.

Stimolare il desiderio sessuale in maniera artificiale, l’eccessiva indulgenza nell’attività sessuale, il sesso innaturale, creano una carenza di tessuto riproduttivo (shukra dhatu) che è direttamente collegato con ojas, l’essenza dei tessuti corporei che assicura forza e immunità. Mantenendo il tessuto riproduttivo in quantità adeguata grazie a una attività sessuale naturale, ci si protegge automaticamente dalla perdita di ojas.

Una persona che ha una vita sessuale equilibrata ha buona memoria, determinazione, buone facoltà intellettuali e forte immunità, aumenta sattva ed eleva il livello spirituale in modo da comprendere e praticare meglio lo scopo della vita che consiste nel procurarsi i mezzi per soddisfare i desideri ricavandone piacere, esprimere le proprie virtù, sviluppare amore e devozione per l’umanità e il Supremo. La perdita eccessiva di tessuto riproduttivo è causa di molte malattie: confusione mentale, stress, ansia, paura, avidità, rabbia e gelosia, perciò la protezione di shukra dhatu è essenziale per la salute mentale, fisica e spirituale della persona.

Lo stimolo sessuale è uno dei tredici stimoli naturali da non reprimere o controllare se sorge in maniera spontanea. Non si può fare a meno di notare come nella società moderna si passi da un eccesso all’altro, in certi ambienti culturali in materia sessuale tutto è permesso, pubblicità, cinema, TV riversano su grandi masse messaggi sessuali ossessivi, mentre in altre culture, ambienti e comunità si attua una repressione feroce della sessualità. Charaka dice chiaramente che un eccesso di controllo dei sensi può essere dannoso e portare a disturbi mentali.

Per queste ragioni la vita sessuale regolata è stata messa, insieme al cibo e al sonno, fra i pilastri accessori al sostegno della salute.


Stile di vita salutare, routine giornaliera e stagionale

Nei testi dell’Ayurveda si trovano interi capitoli dedicati alle attività salutari chiamate sadavritta; sada significa verità e vritta attività. Per quanto riguarda lo stile di vita salutare è inutile fare un elenco delle attività da favorire e da evitare perché fanno parte del buon senso e delle regole educative comuni a ogni tradizione e civiltà.

Per fare un accenno: credere in una intelligenza suprema, rispettare i genitori, gli anziani, gli insegnanti, mantenere la pulizia, essere veritieri, mantenere l’autocontrollo anche in situazioni difficili, riconoscere i propri limiti, sviluppare la tolleranza e la carità, mantenere la calma e la pace, sono fra le attività da favorire.

Fra le azioni da evitare: mentire, fare pettegolezzi, insultare il prossimo, fare azioni avventate, reprimere i bisogni naturali, essere egoisti, affaticarsi oltre misura, esaltazione, sconforto, ecc.
Un altro aspetto importante per mantenere la salute è la routine giornaliera (dinacharya) che va adattata secondo le stagioni (ritucharya).


Routine giornaliera

– Alzarsi prima del sorgere del sole;
– Svuotare intestini e vescica;
– Lavare bocca e denti, fare gargarismi;
– Fare un massaggio con olio su tutto il corpo;
– Esercizio fisico;
– Bagno o doccia;
– Vestirsi con abiti puliti, usare ornamento e profumi;
– Dedicare qualche tempo a una pratica spirituale secondo il proprio credo o tradizione;
– Prima colazione leggera e nutriente;
– Lavoro o studio;
– Pranzo intorno al mezzogiorno: il pranzo dovrebbe essere il pasto principale della giornata;
– Breve riposo e breve passeggiata;
– Lavoro o studio;
– Cena leggera evitando di cenare tardi;
– Breve passeggiata;
– Attività serali leggere, piacevoli, ricreative;
– Andare a dormire prima della mezzanotte.


Routine stagionale

In base alla posizione geografica del luogo di residenza le stagioni sono più o meno lunghe. Nei paesi tropicali l’anno è diviso in sei stagioni di due mesi ciascuna, a queste latitudini l’inverno è diviso in due periodi, uno meno freddo e uno più freddo, mentre l’estate ha un periodo iniziale caldo e secco seguito dal caldo umido della stagione delle piogge. Nei paesi a clima temperato le stagioni sono quattro.


Primavera

In primavera predomina kapha che si è accumulato in inverno. Preferire cibi leggeri e nutrienti evitando gli alimenti pesanti, untuosi, dolci, freddi, fare picnic all’aperto in gradevole compagnia. Aumentare l’esercizio fisico. La stagione primaverile è indicata per i trattamenti di depurazione, soprattutto per eliminare gli eccessi di kapha.


Estate

In estate kapha diminuisce, vata si aggrava e a causa del calore si accumula pitta. Preferire alimenti nutrienti, untuosi, liquidi, dolci, freddi, evitare vino, bevande alcoliche, i cibi eccessivamente caldi, salati, acidi, amari, troppo piccanti o speziati. Risiedere in ambienti rinfrescati, in luoghi ombreggiati da alberi d’alto fusto. Moderare l’attività fisica e l’attività sessuale.


Autunno

In autunno pitta tende ad aggravarsi dopo l’accumulo estivo. Preferire cibi rinfrescanti, facilmente digeribili, come i cereali, le insalate e la frutta fresca, evitare cibi pesanti, i grassi e i superalcolici. Aumentare gradatamente l’esercizio fisico. L’autunno è una stagione molto adatta ai trattamenti di purificazione, soprattutto per rimuovere gli eccessi di vata e di pitta.


Inverno

Il freddo dell’inverno fa aumentare kapha e vata, ha anche l’effetto di confinare il calore all’interno del corpo provocando un aumento della forza del fuoco digestivo, per questo d’inverno si possono mangiare cibi pesanti come la carne, cibi dolci, acidi, salati, grassi, il vino in quantità moderata è indicato per favorire la digestione, evitare cibi leggeri, troppo amari, piccanti, astringenti e le bevande fredde. Risiedere in ambienti riscaldati, usare abiti pesanti, esporsi alla luce e al calore del sole. Fare trattamenti che riscaldano il corpo, esercizio fisico, l’inverno è la stagione più indicata per l’attività sessuale.


Esercizio fisico

Mantenere l’equilibrio dei tre dosha e seguire le regole di dieta, sonno e vita sessuale regolati può risultare difficile con lo stile di vita moderno caratterizzato da una forte presenza della qualità rajas che dà origine a movimento e passione. Le persone hanno la tendenza a mangiare troppo e a essere attratte da cibi e pratiche non adatte, questo porta alla formazione di ama, le tossine metaboliche.

L’esercizio fisico regolare aiuta a rimuovere queste tossine prima che possano essere dannose al corpo. L’esercizio fisico non deve essere fatto con troppo sforzo, idealmente bisognerebbe arrivare fino a metà della propria forza cioè fermarsi quando il respiro comincia a essere affannoso e compare la sudorazione.

L’attività fisica spesso stimola e accresce l’appetito creando l’abitudine di mangiare molto, ciò può essere dannoso se si continua a mangiare molto quando si riduce o si smette di fare esercizio fisico.
È bene scegliere una attività fisica adatta alla propria costituzione, i tipi kapha possono esercitarsi più intensamente dei tipi vata che normalmente hanno poca forza. Fra le attività fisiche gli esercizi dello Yoga sono ideali. A parte le posizioni o asana, sono molto benefici gli esercizi di respirazione conosciuti come pranayama. Ayurveda e Yoga sono scienze sorelle che si sostengono a vicenda, ambedue si prendono cura della salute fisica, mentale e spirituale, lo scopo di ambedue è il raggiungimento della salute ideale nello stato di liberazione.


Massaggio

Il massaggio con olio è un tipo di esercizio fisico passivo adatto a tutti, comprese le persone deboli che non sono in grado di compiere sforzi.

Nell’Ayurveda sono descritte varie tecniche di massaggio che agiscono a livello mentale e fisico stimolando le funzioni degli organi interni del corpo, portando nutrimento ai tessuti, pulendo i canali corporei, drenando gli escreti e le tossine. Come la lubrificazione regolare di una macchina è necessaria perché il motore duri a lungo, così il massaggio è necessario per la lubrificazione dei meccanismi corporei, per stimolare i fuochi digestivi e aumentare ojas. Il massaggio è uno strumento completo e importante per il mantenimento della salute e la prevenzione delle malattie.

La disintossicazione dell’organismo, i trattamenti di panchakarma
Con panchakarma s’intendono le cinque (pancha) azioni (karma) per disintossicare profondamente il corpo. È il principale e forse il più noto trattamento di purificazione dell’Ayurveda.

L’intero processo si svolge in tre fasi:
• pre-trattamento, purva karma;
• trattamento vero e proprio, pradhan karma;
• post-trattamento, paschat karma.
Nella prima fase si prepara il corpo con dieta leggera e equilibrata per favorire la digestione, trattamenti di oliazione interna assumendo dosi crescenti di sostanze untuose come il burro chiarificato, oliazione esterna tramite il massaggio. Dopo l’oliazione avviene la fomentazione, con varie tecniche si applica calore al corpo in modo da produrre la sudorazione. L’oliazione ammorbidisce i tessuti e fluidifica gli accumuli di ama e tossine che vengono distaccate dal loro sito di accumulo tramite il calore.

Le sostanze tossiche vengono convogliate naturalmente nei canali escretori del corpo e a questo punto inizia la fase di disintossicazione vera e propria tramite le cinque azioni:
• vomito;
• purga;
• clisteri a base di decotti;
• clisteri untuosi;
nasya, trattamento attraverso le narici.

Nella fase post-trattamento si eliminano i residui di tossine con varie sostanze medicamentose, si ristabilisce la forza del fuoco digestivo con una dieta all’inizio liquida e gradualmente più solida, infine si somministrano i rasayana, sostanze e preparati che promuovono la formazione ottimale dei tessuti, per questa ragione il trattamento rasayana è conosciuto come trattamento di ringiovanimento e tonificazione.

Il trattamento completo di panchakarma disintossica in maniera profonda il corpo eliminando gli accumuli di tossine, restituisce il normale stato di energia e salute, riequilibra e rafforza il funzionamento dei sistemi corporei, soprattutto i sistemi nervoso, endocrino, metabolico, immunitario. Viene usato per le persone sane allo scopo di eliminare le scorie che si formano a seguito dei normali processi metabolici anche in condizioni di salute, dieta e stile di vita adeguati. Si usa inoltre per curare malattie specifiche e poiché elimina definitivamente le tossine e lo squilibrio dei dosha che sono la causa delle malattie, in certi casi si possono trattare con successo malattie considerate difficilmente curabili o incurabili dalla medicina moderna che ha metodi più sintomatici.

Il programma di panchakarma può durare da una a sei settimane secondo la forza, le condizioni e le disponibilità della persona trattata.

L’Ayurveda indica un modo di vivere sistematico e scientifico per mantenere la salute e realizzarsi nella vita materiale e spirituale, nel fare ciò non propone un modello di vita a cui adeguarsi, piuttosto fornisce una serie di indicazioni e conoscenze per mettere ognuno nella condizione di scegliere il proprio stile di vita ideale.

I principi fondamentali, le regole per la salute, la conoscenza della costituzione personale, l’uso del cibo, dei vari rimedi erboristici e di natura minerale, i rasayana, le varie tecniche di massaggio e i trattamenti di purificazione del pancha karma possono essere usati da chiunque in ogni parte del mondo per conservare la salute, prevenire le malattie e promuovere la longevità. (benessere.com)

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